L’ORIGINE DEL MUSEO

Renato Brozzi

L’origine del Museo Renato Brozzi va ricondotta alla donazione dell’artista, che venendo a morte il 21 giugno 1963, deliberava di lasciare al Comune natale quanto rimaneva nella sua casa e nel suo laboratorio a testimonianza di oltre sessant’anni di attività e di continua ricerca espressiva: un rilevante nucleo di opere plastiche, prevalentemente in gesso, una ricchissima raccolta di opere grafiche (disegni sciolti e taccuini), numerosi arredi di pregio, diversi strumenti musicali e una piccola collezione di dipinti e sculture di artisti a lui contemporanei, nonché la raccolta fotografica, la biblioteca e l’archivio personali.

Piano Primo, Gli affetti: l’Artista e la Famiglia

La volontà di Renato Brozzi di realizzare un’esposizione permanente della sua produzione, a testimonianza sia della complessità e dell’autonomia della sua lunga parabola artistica, sia del suo intenso legame con il paese natale, ha trovato una prima realizzazione nel giugno del 1975, con l’apertura di un piccolo museo a lui dedicato nei locali situati al piano superiore del palazzo municipale di Traversetolo, in piazza Vittorio Veneto n. 30, già destinati ad abitazione dell’artista e della sua famiglia.

Nel tempo, la necessità di ampliare gli spazi espositivi e di renderli accessibili a persone con disabilità e mobilità ridotta, ha sollecitato l’Amministrazione a individuare una nuova sede museale per l’esposizione permanente nell’edificio padronale del Centro Civico “La Corte”, inaugurandola nel novembre 2007.

Facciata del Museo Renato Brozzi, particolare.

Profilo storico della Corte 

Le prime notizie certe sull’esistenza di un’antica abitazione coincidente con la casa padronale che ospita il museo risalgono al XVII secolo. Ne era proprietario don Capponi, che la lasciò con disposizione testamentaria alla Confraternita del Suffragio, da lui stesso fondata nella prima metà del 1600. Nel 1756 l’eredità Capponi fu ceduta a Carlo Asti di Parma, personaggio assai stimato nella borgata dove svolgeva funzioni di Segretario amministrativo. Fra la fine del secolo XVIII e l’inizio del successivo, l’edificio originario mutò proprietario e venne ampliato, passando nelle mani del marchese Giulio Cesare Tassoni Villa, che solo saltuariamente vi abitò, tenendo la propria residenza in Parma nel palazzo Scaroni appartenente alla famiglia della moglie, la nobildonna Maria Luigia. Alla morte del marchese la proprietà passò alla moglie e da questa al fratello di lei, il quale nel 1836 la pose in vendita. Dai nuovi acquirenti, i fratelli Giuseppe e Vincenzo Mazza di Provazzano (frazione di Neviano degli Arduini), la struttura transitò in successione agli eredi degli stessi, che ne ampliarono sia la parte padronale sia la parte rustica. Alla morte di Paolo, figlio di Giuseppe, la Corte passò alla vedova, Antonietta Pavesi Mazza, che sposò in seconde nozze Alessandro Paoletti, giunto da Cuneo a Traversetolo come ricevitore delle imposte del Catasto. Grazie al rinnovamento planimetrico promosso dal Paoletti, la Corte venne ad assumere l’attuale fisionomia. Deceduti i coniugi Paoletti, la proprietà giunse per successione testamentaria agli eredi del generale Alessandro Negro che nel 1992 la vendettero a Bruno Agresti. Quest’ultimo a sua volta ne propose più volte l’acquisto all’Amministrazione comunale fino a giungere alla deliberazione definitiva della Giunta, il 2 luglio 1999, e al conseguente atto notarile del 3 settembre 1999, che ne sanciva l’acquisizione allo scopo di realizzare un nuovo spazio pubblico con funzione socializzante, il Centro Civico, atto ad ospitare la Biblioteca-Ludoteca, il Museo Renato Brozzi, la sala consiliare e altri spazi collettivi che potessero moltiplicare le occasioni di incontro dei cittadini di Traversetolo.

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