La sala raccoglie opere e documenti che aiutano a ricostruire il clima e la rete di rapporti che caratterizzarono la formazione artistica di Renato Brozzi e ne segnarono la ricerca formale, focalizzandosi particolarmente sul legame artistico-pedagogico con Daniele de Strobel, che Brozzi considerava suo maestro e mentore, e del quale sono esposte numerose opere e oggetti personali, pervenuti al museo attraverso le donazioni dei nipoti dell’artista, Victor v. Strobel, Daniela e Roberto Vecchi.
A Strobel si deve il primo concreto incoraggiamento agli studi del giovane Renato, conosciuto fin da bambino nella barberia del padre Igino, dove l’artista si recava frequentemente. Col tempo, il rapporto umano fra il generoso maestro e l’umile allievo si trasformò in un’amicizia profonda e duratura, consolidata dalla reciproca stima e testimoniata, oltre che dall’affettuosa consuetudine epistolare che legò i due personaggi per circa trent’anni, da numerosi episodi di vita, come rivela la presenza di Renato Brozzi in qualità di testimone al matrimonio di Daniele con Luisa Vecchi. Sarà inoltre proprio Strobel a indirizzare il giovane Renato allo studio della natura e particolarmente alla lettura diretta della vita animale, ritratta dal maestro in tanti soggetti paesaggistici ispirati alla campagna parmense.
Numerose sono le opere di Strobel presenti in questa sala: dai soggetti di suggestione neomedievale, come il grande olio su tela Il giuramento di Pontida, ai ritratti della madre Adelinda Valdagni Strobel (1892) e della moglie Luigia (Luisa) Vecchi Strobel (1911), ancora perfettamente allineato al clima e al gusto modernista, all’Autoritratto col cavallo Lampo, ai numerosi Paesaggi agresti di Traversetolo, perlopiù animati dalla presenza di animali sempre ritratti con singolare sensibilità, fino all’elegante scultura in bronzo Il giovinetto e la morte (1910) di marca tardo simbolista, rara prova plastica dell’artista, preziosa nella sua eccezionalità per la morbidezza di modellato e per la sinuosa stilizzazione che la raccorda alle coeve esperienze mitteleuropee.
Veduta d’insieme della sala dedicata a Daniele de Strobel
Oltre al rapporto privilegiato con Daniele de Strobel, la sala conserva testimonianze che documentano sia l’amicizia fraterna con Amedeo Bocchi, iniziata fin dagli anni del comune alunnato presso il Regio Istituto di Belle Arti di Parma, e consolidata dalla frequentazione del medesimo ambiente artistico-letterario nella capitale, dove entrambi si trasferiscono nel 1915 a Villa Strohl-Fern, ma anche dalla comune partecipazione alla ricostruzione della sala bembiana di Torrechiara per la grande Mostra Etnografica di Roma del 1911; sia il rapporto con Cornelio Guerci, attestato tanto da un epistolario sapido di umori che si sviluppa dal 1919 al 1937 quanto da due Ritratti in gesso patinato color marmo datati al 1920. Ai buoni uffici di Guerci si deve la prestigiosa commissione di alcuni oggetti di estrema raffinatezza decorativa da collocarsi nella nuova Sala del Consiglio della Cassa di Risparmio di Parma, affrescata e arredata fra il 1914 e il 1916 da Amedeo Bocchi: una coppia di urne per procedere alle votazioni segrete e una sontuosa Coppa degli aironi quale centrotavola, tutti in argento sbalzato e cesellato.
Particolare attenzione merita infine in questa sala il quadro di Salvatore De Pasquale Amici del Caffè Greco a Roma, che raffigura anche il nostro Renato tra gli habitué del locale, uno dei tanti luoghi di incontro di personaggi delle arti e delle lettere dell’effervescente ambiente romano che costituirono per il giovane Brozzi un potente stimolo alla sua maturazione d’artista.