Renato Brozzi (Traversetolo 1885-1963),
Tondo cimiteriale con testa femminile alata per l’Edicola Camorali presso il Cimitero monumentale della Villetta di Parma, [1955]
gesso, diam. 39 cm

Il tondo con Testa angelica costituisce il modello in gesso di uno dei quattro doccioni angolari in bronzo dell’Edicola Camorali presso il Cimitero monumentale della Villetta di Parma.

L’edicola, progettata nel 1953 dall’architetto Mario Monguidi (Corniglio, 1896-Parma, 1960), viene realizzata fra il 1954 e il 1955 con il concorso di importanti artisti parmensi attivi nei primi anni del secondo dopoguerra. Al grafico e pittore Carlo Mattioli (Modena, 1911-Parma, 1994) si deve l’ideazione dei mosaici in facciata, poi posti in opera dal Gruppo Mosaicisti di Ravenna, e del disegno della vetrata (i cui cartoni preparatori sono oggi conservati presso la Fondazione Mattioli), realizzata dal laboratorio milanese del maestro vetraio Angelo Tevarotto. A Brozzi viene affidata la fusione del ritratto in bronzo del giovane Giovanni Camorali, scomparso  prematuramente a ventuno anni il giorno del suo compleanno; la realizzazione dei quattro doccioni angolari sempre in bronzo; la decorazione del cancello, con elementi in bronzo dorato raffiguranti Angeli genuflessi con fiori (quello a sinistra reggente dei gigli, simbolo di purezza; quello a destra un ramo di quercia, simbolo di forza e dignità) e quattro Clessidre alludenti alla fugacità della vita.

Del cancello il Museo Brozzi conserva il disegno preparatorio a grafite, inchiostro rosso e nero acquerellato con tocchi a biacca, su carta da lucido. La stessa rappresentazione grafica compare in due foto b/n dell’Archivio Luce, datate 20 giugno 1955, raffiguranti l’artista al lavoro nel suo studio a Villa Strohl-Fern.

Nella modellazione della Testa angelica, di una grazia memore del Parmigianino nel dolce profilo e nel collo allungato, Brozzi adotta un linguaggio plastico di estrema concisione, adatto a suggerire quell’atmosfera di sospensione temporale metafisica richiesta dalla destinazione della scultura, ma nel trattamento dell’elemento zoomorfo, le ali, caratterizzate da una finitezza di lavorazione a piccoli tocchi simili a pennellate, riemerge la consueta sensibilità analitica e descrittiva dell’artista, capace di restituire nella sofficità tattile delle piume un’impressione di vita.