Renato Brozzi (Traversetolo 1885-1963), Volpetta seduta, [1933]
gesso, h. 32 cm, base: h.  0,5 x 33 x 24 cm

Ai frequenti soggiorni gardoniani di Brozzi sono da ricondursi numerosi studi di animali, colti con carnale vivezza nei giardini della tenuta di Cargnacco.

In particolare, durante la permanenza dell’ottobre 1933, l’artista si dedica “alle due piccole volpi del Vittoriale facendone degli studi” e modellandone due bozzetti in gesso che invia al Comandante. D’Annunzio risponderà entusiasta quello stesso 13 ottobre: “Carissimo Renato, i due studii di volpi sembrano al vecchio cacciatore di volpi veramente ottimi. Ti do la “chommissione” di due bronzi. Forse la piccola converrebbe argentata. Vedrai. Vedremo”.

Il gesso conservato presso il Museo Brozzi costituisce il modello della scultura in bronzo collocata nella “Stanza del Lebbroso” all’interno della Prioria, ovvero la casa di “Frate Gabriel priore”, dove trova posto anche l’altra “Volpetta”, realizzata in fusione d’argento così come richiesto dal Vate.

Brozzi propose il modello della Volpetta seduta anche in una versione, straordinariamente accattivante per purezza ed essenzialità, in marmo rosso (Montechiarugolo (PR), collezione privata), materiale che sotto le sue mani acquista proprietà mimetiche inaspettate nella lucentezza vellutata del pelo e nell’espressione sorniona dell’animale, che concentra negli occhi la sua natura predatoria.