Trofeo Coppa del Liutaio, [1922-1924]
bronzo dorato, h. 26,5 cm

Il trofeo è la copia in bronzo dorato a fuoco dell’originale in fusione d’argento realizzato da Brozzi su commissione di D’Annunzio fra la fine del 1922 (epoca dei primi studi) e il settembre del 1924, quando l’artista ricevette dal poeta le iscrizioni da incidere sul piede e sull’orlo della coppa, dopo averle a lungo sollecitate.

Le vicende della commissione sono legate a un doloroso e tuttora oscuro episodio della vita di D’Annunzio: caduto dal balcone della dimora di Gardone la notte del 13 agosto 1922, fu soccorso e medicato dal dottor Antonio Duse, chirurgo e direttore dell’Ospedale di Salò. Il poeta lo ebbe caro non solo come curante ma come amico, e gli conservò sempre un’affettuosa riconoscenza per il salvataggio compiuto nella notte della caduta, spesso manifestandola con messaggi epistolari di lirica potenza: “Tu sei il mio patronio e lo infallibile mio conservatore, anche di lontano… il dottore cherubico che sa comprendere un corpo misterioso… un medico di piaghe e un dottore di stelle…”.

Volendo offrirgli un segno tangibile e significativo di gratitudine per le cure ricevute, e conoscendo la sua passione per le manifestazioni sportive salodiane ed in particolare per la Canottieri Garda, di cui fu infaticabile presidente, D’Annunzio promise una coppa dedicata all’insigne liutaio Gaspare da Salò, da porre in palio agli “agonali del remo”, ovvero in occasione delle gare nautiche annualmente disputate fra i canottieri italiani sulle acque di Salò.

Il trofeo fu commissionato a “Renato da Parma” (come l’artista definiva affettuosamente Brozzi con una delle sue preziose invenzioni linguistiche), il quale cercò di attenersi con scrupolosa solerzia alle geniali e visionarie istruzioni dell’autorevole committente, “una barca che abbia per remi le ali, e la prua e la poppa si risolvano nei segni dell’arte che rese famoso il nome del liutaio”, elaborando una serie di studi con possibili varianti.

Nella realizzazione definitiva, che il poeta definì “ammirabile, superiore al mio sogno plastico” in una lettera all’artista del 10 agosto 1924, la sintesi plastica di elementi naturali e geometrici risulta perfetta. Il trofeo rappresenta uno scafo che si prolunga ad entrambe le estremità in due manici di violino (allusivi all’attività di Gasparo da Salò, liutaio e contrabbassista ritenuto l’inventore del violino moderno), la cui cassa armonica è costituita dal corpo stesso dell’imbarcazione; questa è sostenuta da quattro ali capovolte le cui penne finali sembrano trasformarsi in remi affondati nell’acqua, così che la geometria e la massa compatta del volume paiono disfarsi nella molteplicità di forme naturali esaltate dalla doratura a fuoco del metallo.

La “Coppa del Liutaio” fu consegnata il 18 agosto 1924 alla Società Canottieri “Nino Bixio” di Piacenza, vincitrice delle gare nautiche di Salò nell’agosto dell’anno precedente.

A novembre di quello stesso anno, l’artista inviava al Vittoriale il disegno di un cofano destinato a contenere la preziosa Coppa, da realizzarsi in cuoio bulinato con placca sulla fronte in argento e dicitura sbalzata. Inviato al poeta nei primi giorni del 1925, ne suscitava la lode ammirata, meritando all’artista l’epiteto di “Renato coiaio”.

Nel giugno di quello stesso anno, Brozzi annunciava di aver realizzato anche una riproduzione del trofeo, come più volte richiestogli dal Vate committente.

Il trofeo è la copia in bronzo dorato a fuoco dell’originale in fusione d’argento realizzato da Brozzi su commissione di D’Annunzio fra la fine del 1922 e il settembre del 1924, quando l’artista ricevette dal poeta le iscrizioni da incidere sul piede e sull’orlo della coppa, dopo averle a lungo sollecitate.

  • Le vicende della commissione sono legate a un doloroso e tuttora oscuro episodio della vita di D’Annunzio: caduto dal balcone della dimora di Gardone la notte del 13 agosto 1922, fu soccorso e medicato dal dottor Antonio Duse, chirurgo e direttore dell’Ospedale di Salò.
  • Volendo offrirgli un segno tangibile e significativo di gratitudine per le cure ricevute, e sapendolo presidente della Canottieri Garda, D’Annunzio promise una coppa dedicata all’insigne liutaio Gasparo da Salò, da porre in palio nelle gare nautiche annualmente disputate fra i canottieri italiani sulle acque di Salò.
  • Il trofeo fu commissionato a Brozzi, il quale cercò di attenersi con scrupolosa solerzia alle geniali e visionarie istruzioni dell’autorevole committente: “una barca che abbia per remi le ali, e la prua e la poppa si risolvano nei segni dell’arte che rese famoso il nome del liutaio”.
  • Nella realizzazione definitiva, a cui l’artista pervenne dopo una lunga gestazione, documentata da una nutrita serie di studi con possibili varianti, la sintesi plastica di elementi naturali e geometrici risulta perfetta.
  • Il trofeo rappresenta uno scafo che si prolunga ad entrambe le estremità in due manici di violino (allusivi all’attività di Gasparo da Salò, liutaio e contrabbassista ritenuto l’inventore del violino moderno), la cui cassa armonica è costituita dal corpo stesso dell’imbarcazione; questa è sostenuta da quattro ali capovolte le cui penne finali sembrano trasformarsi in remi affondati nell’acqua.
  • La “Coppa del Liutaio” fu consegnata il 18 agosto 1924 alla Società Canottieri “Nino Bixio” di Piacenza, vincitrice delle gare nautiche di Salò nell’agosto dell’anno precedente.
  • A novembre di quello stesso anno, l’artista inviava al Vittoriale il disegno di un cofano destinato a contenere il prezioso trofeo, di cui nel giugno del 1925 fornirà anche una riproduzione, come richiestogli dal Vate committente.

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