Renato Brozzi (Traversetolo 1885-1963),
Trofeo Martini & Rossi, [1936-1937]
bronzo, h. 48 cm, base in marmo nero del Belgio, h. 50x12x18 cm

La composizione propone un’interpretazione allegorica della gara, di notevole originalità inventiva: tre aquile in volo si contendono la preda, una testa di Medusa sorgente da un’onda d’acqua. Il gruppo, caratterizzato da un modellato nervoso finalizzato ad enfatizzare il pulsare della luce sulle potenti ali dei rapaci, è caricato di vibrante energia dall’invenzione della prima aquila, bloccata nell’atto di toccare la meta aprendo le ampie ali per impedire alle altre di sorpassarla, sintesi visiva dello spirito della competizione motonautica.

L’insieme scultoreo, innalzato su un alto basamento in marmo nero del Belgio, è la copia del cosiddetto Trofeo delle Aquile, altrimenti noto come Coppa d’oro, realizzato in fusione d’argento con dorature su base in lapislazzuli, commissionato nel 1936 all’artista dal conte Theo Rossi di Montelera, imprenditore alla guida della Martini & Rossi, primaria casa commerciale e di distillazione, e rinomato pilota di bob e di motonautica.

La Coppa veniva offerta quale trofeo supplementare all’American Gold Cup, svoltasi sulle acque del fiume Detroit nel settembre 1937 col concorso dei migliori piloti di offshore al mondo. Il conte stesso vincerà il campionato mondiale motonautico nella successiva edizione del 1938, realizzando un nuovo primato di velocità.

All’inizio del 1954 il conte Rossi manifestava a Brozzi la volontà di realizzare copie miniaturizzate del trofeo, ma l’elevato costo prospettato per ognuna, a causa della preziosità dei materiali impiegati (argento per il gruppo, lapislazzuli, agata, diaspro o giada per il basamento) facevano naufragare il progetto, con grande rammarico dell’artista.

Conclusione positiva aveva invece una nuova commissione del conte Rossi nel 1958.

Si trattava di realizzare una copia del primo trofeo, con alcune varianti, e principalmente sostituendo la testa di Medusa su cui piombano le tre aquile con un globo sorgente dalle acque in diaspro sanguigno, noto anche come “pietra del coraggio”.

Per questo nuovo progetto l’artista realizzava in totale 18 disegni (di cui resta in parte traccia nell’archivio del museo), “del medesimo soggetto ma tutti differenti nella trovata e nelle espressioni”, come lui stesso precisava scrivendone all’imprenditore. Scelto il disegno definitivo, Brozzi consegnava il nuovo Trofeo delle Aquile in argento alla fine di novembre 1958.

La composizione propone un’interpretazione allegorica della gara, di notevole originalità inventiva: tre aquile in volo si contendono la preda, costituita da una testa di Medusa sorgente da un’onda d’acqua.

La singolarità del gruppo, che vuole sintetizzare lo spirito della gara motonautica, è concentrata nell’invenzione della prima aquila, bloccata nell’atto di toccare la meta aprendo le ampie ali per impedire alle altre di sorpassarla.

  • L’insieme scultoreo, innalzato su un alto basamento in marmo nero del Belgio, è la copia del cosiddetto Trofeo delle Aquile, altrimenti noto come Coppa d’oro. Realizzato in fusione d’argento con dorature su base in lapislazzuli, veniva commissionato nel 1936 all’artista dal conte Theo Rossi di Montelera, imprenditore alla guida della Martini & Rossi e rinomato pilota di bob e di motonautica.

  • La Coppa era offerta quale trofeo supplementare all’American Gold Cup, svoltasi sulle acque del fiume Detroit nel settembre 1937 col concorso dei migliori piloti di offshore al mondo. Il conte stesso vincerà il campionato mondiale motonautico nella successiva edizione del 1938, realizzando un nuovo primato di velocità.
  • All’inizio del 1954 il conte Rossi manifestava a Brozzi la volontà di realizzare copie miniaturizzate del trofeo, ma l’elevato costo prospettato per ognuna, a causa della preziosità dei materiali impiegati, facevano naufragare il progetto.

  • Conclusione positiva aveva invece una nuova commissione del conte Rossi nel 1958. Si trattava di realizzare una copia del primo trofeo, con alcune varianti, e principalmente sostituendo la testa di Medusa con un globo sorgente dalle acque in diaspro sanguigno, noto anche come “pietra del coraggio”.
  • Per questo nuovo progetto l’artista realizzava in totale 18 disegni “del medesimo soggetto ma tutti differenti nella trovata e nelle espressioni”, come lui stesso precisava scrivendone all’imprenditore. Scelto il disegno definitivo, Brozzi consegnava il nuovo Trofeo delle Aquile in argento alla fine di novembre 1958.