Renato Brozzi (Traversetolo 1885-1963),
Tacchino
bronzo, h. 31,5 cm

In questo bronzo potente, dove il ricco piumaggio del Tacchino appare costruito con forme sintetiche e geometrizzate, chiuse entro contorni rigorosamente squadrati, Brozzi rivela l’adesione a una tendenza plastica che sembra guardare alle tendenze più attuali dell’arte moderna italiana, e in particolare a quel “rappel à l’ordre” con il suo ideale di una nuova “moderna classicità” che si diffonde in tutta Europa a partire dalla fine del primo conflitto mondiale, sia pure rileggendolo alla luce del suo fare, alla cui radice è comunque il classicismo ottocentesco di matrice naturalista.

Una sorta di realismo ideale, limpido nella forma e composto nella concezione, di una solidità costruttiva che richiama i grandi esempi della tradizione italiana, e che trova corrispondenza nei valori plastici della monumentale “Vittoria angolare” per i caduti traversetolesi della Grande guerra, inaugurata nel 1923, rendendo plausibile una datazione di questo pezzo entro la fine degli anni Venti.