La saletta raccoglie numerose testimonianze relative alla dimensione privata di Renato Brozzi e ai suoi affetti più cari. Alle pareti, nella vetrina e sugli espositori trova posto una serie di ritratti dipinti e scolpiti che ricostruiscono, in un’ideale galleria, tutto il mondo affettivo e familiare dell’artista. Al volto dell’amata madre, Anna Martini Brozzi, ritratta in alcuni schizzi a matita dall’artista stesso e in un disegno a gessetti da Giuseppe Lallich (artista dalmata presente a Villa Strohl-Fern in uno studio vicino a quello occupato da Brozzi), si affiancano quelli delle tre sorelle, Maria, Graziella e Bianca, ritratta dal fratello mentre suona il violino e, appena quindicenne, sul letto di morte. Un disegno e un busto in gesso patinato a finto bronzo ci consegnano invece le sembianze del nonno materno Antonio Martini, fabbro ferraio in Traversetolo. I Brozzi erano originari di Sala Baganza: nel 1870 Igino e il fratello Nullo vennero a stabilirsi a Traversetolo, dove aprirono giovanissimi una bottega di barbiere. Ben presto però la miseria dei tempi costrinse Nullo a trasferirsi in cerca di fortuna in Argentina: qui aprirà due botteghe di barbiere a Buenos Aires, mantenendo contatti epistolari con la famiglia e soprattutto col nipotino Renato. Nel 1884 Igino sposò Anna Martini, da cui ebbe cinque figli. Il primogenito, nato il 7 agosto 1885, fu appunto Renato, cui seguirono le sorelle Maria, Graziella, Bianca e il fratellino Nullo, questi ultimi morti in giovane età. I Brozzi abitavano nella casetta attigua al Caffè Salsi (attuali nn. 10 e 12 di Via Giacomo Matteotti), sulla cui facciata l’Amministrazione comunale fece porre nel 1968 una targa ricordo con impresso il testo seguente:

Renato Brozzi
Scultore, cesellatore, pittore che da questa casa salì ai fasti dell’arte
i concittadini fieri e ammirati a perenne ricordo dell’artista insigne
posero nel V annale della morte auspice il Municipio

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