Uno stendardo è esposto, oggi, alle finestre del museo Renato Brozzi. Traversetolo ricorda così, nel 60° dalla scomparsa, avvenuta il 21 giugno 1963, lo scultore, orafo e cesellatore, il suo figlio più illustre in ambito artistico. Con Traversetolo Brozzi mantenne sempre contatti frequenti e fattivi, anche nei lunghi anni del domicilio romano (iniziato nel 1907). Il lascito dell’artista al suo paese natale non fu soltanto quello architettonico e decorativo legato a monumenti realizzati ex novo o restaurati. La sua esperienza straordinaria fu infatti felice preludio di importanti e articolate ricerche che coinvolsero una pleiade di giovani e talentuosi artisti, tutti nativi di Traversetolo o di località strettamente limitrofe, una vera e propria scuola di cesellatori e scultori che la critica contemporanea riuniva sotto il nome di “Scuola parmense”, riconoscendone in Brozzi l’indiscusso capostipite. Il rapporto fra Renato Brozzi e il suo paese natale ci dà quindi nell’insieme l’immagine di un artista che, ancora vivente (anzi, soprattutto vivente), fu considerato – e non solo per la sua versatile creatività, ma anche per la sua levatura morale e culturale – una delle figure di spicco della città.