IL “RITRATTO DI RENATO BROZZI” DI AMEDEO BOCCHI IN MOSTRA A FORLI’

Il quadro fa parte del patrimonio del museo “Renato Brozzi” di Traversetolo

Da Traversetolo a Forlì. Il quadro di Amedeo Bocchi “Ritratto di Renato Brozzi” (Roma, 1913), ospitato al museo “Renato Brozzi”, è esposto da ieri, 8 febbraio, alla mostra “Ottocento – L’arte dell’Italia tra Hayez e Segantini”, inaugurata a Forlì nei Musei San Domenico. L’opera comparirà anche nel catalogo a stampa dell’esposizione, che rimarrà aperta fino al 16 giugno.

Il museo “Renato Brozzi” è una piccola ma prestigiosa collezione intitolata allo scultore, cesellatore, incisore e orafo, amico di Gabriele D’Annunzio, vissuto a Traversetolo tra il 1885 e il 1963. Custodisce oltre 8.000 disegni di Brozzi, 400 fotografie, un centinaio di lettere di D’Annunzio, circa 80 gessi e una cinquantina fra oggetti d’arte applicata e sculture a motivo prevalentemente animalista. Oltre alle opere dell’artista a cui è intitolato, vi si possono ammirare quelle di altri pittori e scultori, che ebbero con Brozzi un rapporto di amicizia.

Così come avvenne con Bocchi. Scrive Anna Mavilla nel libro “Renato Brozzi. Mostra antologica, Parma 23 maggio – 7 giugno”: “Il 1913 è per Bocchi, presente a Roma a partire dal 1902 per il perfezionamento triennale alla Scuola di Nudo, un anno cruciale, segnato dall’inizio delle decorazioni della Sala del Consiglio della Cassa di Risparmio di Parma, ma anche di ritratti di altissima qualità, come quello del fratello Nando (Parma, Galleria Nazionale) o dell’amico fraterno Brozzi (anch’egli presente nell’Urbe a partire dal 1907 per specializzarsi alla scuola dell’arte della medaglia”.

Il museo non è nuovo a prestiti di opere. Già il ritratto in questione, un olio su tela di 128×70 cm, è stato concesso per l’esposizione sul Liberty in Italia, del 2016, a Reggio Emilia.

La mostra. La mostra forlivese si occupa della grande arte dell’Italia dell’Ottocento, nel periodo che intercorre tra l’ultima fase del Romanticismo e le sperimentazioni artistiche del nuovo secolo, tra l’Unità d’Italia e la Grande Guerra. Mettendo a confronto architettura, pittura, scultura, illustrazioni e arti decorative, ricostruisce le vicende dell’arte italiana nel mezzo secolo che ha preceduto la rivoluzione del Futurismo e consente di capire come l’arte abbia contribuito a costruire la coscienza nazionale unitaria. Saranno esposte opere eccellenti presentate e premiate alle grandi Esposizioni Nazionali: di Firenze, nel 1861, e di Roma, Torino e Firenze, nel 1911, per il cinquantenario dell’Unità. La mostra ricostruisce i percorsi dei diversi generi, da quello storico, alla rappresentazione della vita moderna, all’arte di denuncia sociale, al ritratto, al paesaggio, alla veduta, alle nuove sperimentazioni. I due fuochi, iniziale e finale, Hayez e Segantini, tracciano il confine simbolico della mostra, dove saranno esposti, tra gli altri, pittori quali Fattori, Signorini, De Carolis, De Nittis, Pellizza da Volpedo, Boccioni, Balla; e scultori come Ximenes