Museo Renato Brozzi

Oltre 8000 disegni, 900 fotografie, una novantina di lettere di D’Annunzio,
circa 80 gessi e un centinaio fra oggetti d’arte applicata,
placchette e sculture a motivo prevalentemente animalista.

La tazza è ammirabile, superiore al mio sogno plastico.
Grazie.

 

 

Gabriele D’Annunzio a Renato Brozzi, 10 agosto 1924

Voi siete degni di avere per protettrice la grande Vittoria Angolare.
La vedrete risplendere di sangue, ogni notte, come se ogni notte escisse
dalla fornace eroica. Verrò io stesso a rimirarla.

 

 

 

Gabriele D’Annunzio ai traversetolesi, 2 gennaio 1923

In questa terra è oggi innalzata dal popolo vivo la figura angolare della Vittoria
sopra le fondamenta della sua città e della sua anima moltiplicate entrambe dai suoi morti.

 

 

 

Gabriele D’Annunzio ai traversetolesi, 6 aprile 1923

Le invio un dettaglio del monumento che ho modellato per un paesetto del Leccese,
Casarano, addossato al basamento, posto indicato per la dedica.

 

 

Renato Brozzi a Gabriele D’Annunzio, 6 agosto 1927

Perdonami il silenzio. Sono stato malatissimo di gola e di malinconia.
Per ciò ho bisogno di una consolazione: ho bisogno di giacermi con essa la Tartaruga.
Io credo che l’automobile può trasportarla, con teco.

 

 

Gabriele D’Annunzio a Renato Brozzi, 13 settembre 1928

Le ho mandato alcuni studi fatti a pastello in questo frattempo di alcuni suoi animali,
«anatrotti e due anitre».

 

 

Renato Brozzi a Gabriele D’Annunzio, 6 luglio 1931

Vi mando una fotografia di un gruppo = Trofeo = che si dovrebbe eseguire
per la ditta Martini e Rossi,
quale coppa supplementare da offrire in occasione delle gare motonautiche di Detroit
nel settembre 1937.

 

 

Renato Brozzi a Gabriele D’Annunzio, 1 giugno 1932

Particolare della base del Trofeo Martini e Rossi con Testa di Medusa sorgente dalle acque, 1937

 

 

 

(copia in bronzo dall’originale in fusione d’argento)

Particolare del Piede per croce liturgica facente parte del sontuoso corredo d’altare
realizzato per la cappella gentilizia del Castello di Gabiano Monferrato,
1934-‘38

 “Tu sei una specie di Orfeo plastico, di continuo seguito da una torma di animali viventi” Gabriele D’Annunzio a Renato Brozzi, 1931

Il Museo dedicato al «più grande Animaliere italiano dopo il Pisanello», secondo la definizione che di Renato Brozzi diede Gabriele D’Annunzio, suo illustre committente ed amico, ospita oltre 500 opere fra disegni, bozzetti e modelli in gesso, bronzi e altri raffinati oggetti d’arte applicata a motivo prevalentemente animalista, in gran parte provenienti, insieme ai libri della biblioteca personale, a lettere e fotografie, dalla casa e dal laboratorio dell’artista e integrati, nel tempo, con acquisti, donazioni e opere in deposito.

Una collezione unica che documenta l’articolato percorso di Brozzi, di grande interesse anche da un punto di vista didattico per la conoscenza dei processi creativi ed esecutivi nel campo dell’arte del cesello, dello sbalzo e della scultura.

Dagli esordi legati alle coeve esperienze liberty fino all’elaborazione di un linguaggio proprio, che nell’ambito dell’orientamento animalista si impone sia per un’interpretazione speciale della figurazione plastica dei suoi modelli, sempre rappresentati con carnale vivezza, sia per una finezza esecutiva rara, suo peculiare marchio di riconoscibilità, che ne fa emergere tutta la singolarità.

GESSI

DISEGNI

FOTOGRAFIE

SCULTURE E OGGETTISTICA

La particolare tipologia del Museo Brozzi offre al visitatore, oltre al normale percorso espositivo lungo le sale ai piani terra, primo e secondo, anche un percorso più intimo e privato, costituito dai numerosi arredi di pregio e oggetti d’arte di proprietà dello scultore, frutto dei suoi articolati rapporti con molti artisti del suo tempo: dai parmigiani Daniele de Strobel, Amedeo Bocchi, Latino Barilli, Mario Minari (suo stretto collaboratore per oltre vent’anni), Ercole Vighi e Guido Montanari, a Giovanni Prini, nato a Genova ma romano di adozione.

L’importanza della figura e dell’opera di Renato Brozzi, nel panorama culturale e storico-artistico italiano è riconosciuta e attestata dagli elogi che ne accompagnarono costantemente l’attività in vita, e dai consensi autorevoli che ancora oggi gli giungono a livello internazionale.
Orafo, cesellatore e scultore, l’artista nacque a Traversetolo il 7 agosto 1885 da una famiglia modesta. Giovanissimo apprese il mestiere di cesellatore in una locale fonderia di bronzi, quindi frequentò il Regio Istituto di Belle Arti di Parma, diplomandosi in soli tre anni.

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Dove siamo

Nei dintorni

Il Museo Renato Brozzi si trova a soli 20 km da Parma nel centro di un territorio ricco di storia e di luoghi suggestivi da visitare: la Fondazione “Magnani Rocca” (12 km), il Castello di Torrechiara (12 km), i Musei del Cibo, le Terre di Canossa (17 km).